La val Baganza

La Val Baganza

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La valle del torrente Baganza è parallela alla valle del torrente Parma fino alla confluenza dei due torrenti nella città  di Parma; le due valli sono separate a Sud-Est dallo spartiacque che comprende i monti Borgognone (m 1401), Polo (m 1419), Cervellino (m 1492), Cavalcalupo (m 1370), Montagnana (m 1313), Vitello (m1052), Corno (m 1089), Sporno
(m 1058). A Nord-Ovest la Val Baganza è separata dalla valle del Taro dalla catena che comprende i monti Cavallo (m 1067), Marino (m990), Cassio (m 1022), Croce (m945) e Bosso (m 719).
Il bacino idrografico del torrente Baganza si estende per 225,5 kmq dal crinale del monte Borgognone alla confluenza con il torrente Parma  presso il Ponte Nuovo a Parma; la parte collinare e montana è di 172 kmq fino a Sala Baganza.
Il torrente Baganza nasce dal complesso montuoso di monte Borgognone e scende con ripide pendenze, incanalato in una valle assai ristretta ed allungata. Sino all’altezza dell’immissione del rio di Armorano, la portata va continuamente aumentando grazie all’apporto dei rii laterali, tutti sulla sponda destra. A questi si ag-giungono numerose sorgenti che sgorgano direttamente nell’alveo, facilitate in questo dagli strati più  permeabili del flysch.Il torrente Arso, che scende dal  monte Cavalcalupo, ed il torrente Spigone, che scende dal Vitello, sono i principali tributari del Baganza.
In questo tratto montano il Baganza esercita un evidente effetto drenante per tutto il flysch. Man mano che scende verso valle aumenta il volume del suo materasso alluvionale e di conseguenza la portata si infiltra nel subalveo. Per contro, gli apporti idrici di acque sorgive provenienti dal flysch si mantengono pressoché costanti sino a Marzolara, dove il Baganza prende a scorrere in plaghe argillose.

L’alta Val Baganza, a differenza dell’alta Val Parma non è mo­dellata nella roccia arenaria oli­gocenica stratificata in grosse bancate detta macigno, origina­ta da sedimenti di sabbie in fondali marini profondi (fino a 2000 m. circa) in un periodo compreso tra i 30 e i 20 milioni di anni fa, che, in seguito, dopo una decina di milioni di anni e fino all’ultima glaciazione quaterna­ria sono stati solleva­ti (orogenesi) e piegati in quel dosso che costituisce la catena principale toscoemiliana tra M.Orsaro,  M.Rondinaio ed Alpe Tre Potenze.

L’alta e media Val Baganza  è invece scavata  nelle successioni  di strati calcareo-marnosi
(flysch) che costituiscono i principali rilievi della media montagna appenninica.
All’ altezza di Chiastre la valle è traversata da una peculiare dorsale di conglomerati e di arenaria: i Salti del Diavolo.
Più a valle, le colline sono formate da rocce prevalentemente argillose sedimentate tra i 40 e 2 milioni di anni fa. Più antiche sono le argille scagliose o varicolori, più recenti le argille azzurre del Pliocene, ricche di fossili marini datati da 7 a 2 milioni di anni fa.  
Fossili: impronte di molluschi marini bivalvi e tracce di elmintoidi  e nemertili (rio Arso e Castello di Ravarano). Rare ammoniti e pesci (Casaselvatica); abbondanti i fossili marini in calanchi tra S.Vitale e Maiatico.
I tufi: sulle pendici dello Sporno, lungo alcuni corsi d’acqua, si trovano particolari formazioni rocciose impropriamente denominate dalla tradizione popolare  tufi, anche se in realtà si tratta di concrezioni calcaree generate dallo scorrimento di acque ricche in carbonato di calcio che imprigionano  detriti inorganici e vegetali.

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